bollitori in acciaio merate brianza e lecco

Un generatore di vapore realizza il riscaldamento isobaro di un liquido provocandone l’ebollizione, in modo continuo ed in condizioni controllate per impiegarlo come vettore energetico. Vengono classificati in base alla fonte di energia sfruttata dal generatore: può trattarsi ad esempio di un combustibile, di energia solare di energia nucleare di un altro fluido esausto come nel caso dei ciclo combinato e della cogenerazione. La caldaia è invece solo una parte del generatore di vapore a combustione, che coincide fisicamente ma non concettualmente con il combustore, è la parte in cui il liquido utilizzato (spessissimo l’acqua) viene riscaldata ma non vaporizzata.

La caldaia era allora un recipiente metallico, di solito cilindrico posto su una fiamma esterna a carbonella, con uscita su cui agisce una contropressione controllata, sviluppato a partire dal semplice modello della pentola a pressione, ma la nascita delle tecnologia avviene con il passaggio alla fiamma interna con la caldaia cornovaglia, che prende il nome dalla ononima regione inglese, a immersione e quindi grande volume d’acqua, la cui struttura è sostanzialmente simile ai moderni scaldabagno domestici. Con l’apice dell’impiego della tecnologia tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo, l’esigenza dell’aumento della superficie di scambio determinò la transizione a sistemi a tubi di fumo che consentivano peraltro un migliore controllo del moto converttito del medio volume d’acqua, il cui impiego più importante fu sicuramente nelle locomotive a vapore. Il limite principale rimaneva la sicurezza dell’impianto, che in sovraccarico tendeva ad esplodere per le elevate pressioni che si raggiungevano nell’acqua.